Di seguito l’intervista rilasciata dal Dott. Benedetto Tonato, Presidente di Endevo, pubblicata il 9 Aprile 2020 su Il Giornale di Vicenza.
LA PROPOSTA DI TONATO.
Il presidente di Endevo: «È la legge stessa che obbliga a ricorrere a criteri diversi per rappresentare la realtà dei conti»
“ECCO COME SALVARE ORA I BILANCI DELLE AZIENDE”
Neutralizzare in parte costi e oneri (in mancanza dei ricavi corrispondenti) come immobilizzazioni, in più anni
Proprio perché la legge impone che “il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il risultato economico dell’esercizio”, in questo periodo segnato dalla tempesta della crisi da virus è possibile ricorrere a criteri diversi per la stesura dei bilanci delle aziende, in modo da farli stare in piedi. Anzi, è addirittura obbligatorio per la stessa legge.
Non ha dubbi l’esperto commercialista Benedetto Tonato, presidente di Endevo, nuova società tra professionisti per azioni strutturata che ha sede a palazzo Garzadori in contrà Ponte San Michele 3. In un articolato intervento Tonato, che è anche Consigliere generale di Fondazione Cariverona, indica come «evitare che i bilanci dell’esercizio in corso subiscano gli effetti dirompenti della fermata obbligatoria che gran parte delle aziende ha subito».
E la buona notizia è che almeno in questo caso non occorre chiedere alla politica una modifica delle norme. Come detto, proprio la legge impone che la rappresentazione dei conti sia veritiera e corretta, e anche «i costi devono essere correlati con i ricavi dell’esercizio».È evidente, rileva Tonato, che «stante l’eccezionalità della situazione che coinvolge una gran parte del mondo economico si debba ritenere che gli ordinari criteri di valutazione non siano adeguati a rappresentare in maniera veritiera e corretta i fatti» gestionali. Occorre fare riferimento a criteri diversi dai “normali”. Quindi, rispetto a una situazione di totale squilibrio tra costi e ricavi, «si potrebbero capitalizzare quei costi ed oneri iscrivendoli nelle immobilizzazioni immateriali e ripartire dette immobilizzazioni in un arco temporale di 3/5 esercizi, a seconda del prevedibile recupero dell’ordinarietà nella gestione aziendale». Con il rinvio di parte dei costi ai bilanci successivi, quelle cifre di costo potrebbero essere considerate «un elemento attivo del capitale di funzionamento».
Conclusione: «Per le ragioni che ho esposto, la temporanea neutralizzazione dei costi ed il rinvio dei medesimi agli esercizi nei quali si potranno contrapporre i ricavi, permetterà di non chiudere i bilanci con pesanti perdite, evitando tutte le conseguenze, inclusa la necessità di ricapitalizzare le società».Certo, avvisa Tonato, spetterà all’organo di controllo e al revisore fare tutte le verifiche sula stesura dei conti. Ma la verità è che in questo caso, sottolinea l’esperto presidente di Endevo, stilare il bilancio in questo modo permette proprio di andare «nella direzione opposta a quella delle “politiche di bilancio”», cioè “aggiustamenti” banditi dall’ordinamento, «in quanto quella esposta è volta a dare un quadro fedele della situazione contabile aziendale, a darne una rappresentazione veritiera e corretta». E a dare una visione precisa anche del futuro dell’azienda.
Piero Erle

